Il sito archeologico di Monte Irsi
Dai resti della villa romana all’insediamento medioevale
A undici chilometri da Irsina si trova monte Irsi, zona di straordinaria importanza per la presenza del sito archeologico. Abitato sin dall’età del ferro, fu scelto dai romani perché collocato sulle maggiori vie di comunicazione dell’epoca come testimoniano alcuni resti della villa romana rinvenuta negli scavi effettuati.
Di un insediamento medioevale, attraverso telerilevamenti satellitari, si leggono le fortificazioni, la cinta muraria e il castello. Sono inoltre visibili i resti dell’antico monastero risalente al XII secolo.
Della villa risalente al periodo imperiale, costruita su un preesistente sito, oggi si intravedono ancora i resti. L’insediamento di Monte d’Irsi, infatti, fondato nella prima parte dell’Età del Ferro, si trovava ai confini di un’area industriale bene organizzata e fra le più importanti del mondo romano, al centro della valle del Basentello, collegata sia alla costa adriatica che a quella ionica.
La zona era difesa da un muro a terrazzo, tipico dell’Età del Ferro, che circondava la cima della collina, come mostra una ricognizione archeologica del sito, e si estendeva su un’area di 32,5 ha circa.
Il territorio era circondato da un’area fertile per la produzione di cereali, necessari per il sostentamento della popolazione sempre in aumento.
Lo studio archeologico condotto dall’archeologo scozzese Alastair Small ha mostrato che alla fine del III sec. a.C. tutti gli insediamenti della zona entrarono in crisi e la popolazione iniziò a spostarsi. La tendenza verso lo spopolamento fu invertita sotto Augusto, che fece costruirire un nuovo muro a terrazzo in opus caementicium per elevare la piattaforma esistente, e su questa fece erigere una villa. La villa fu costruita intorno alla metà del II sec. a.C., era lunga 55 m, aveva sul lato sud nove stanze e un gran numero di ambienti aperti, probabilmente utilizzati come stalle per i buoi, le cui misure corrispondono a quelle riportate dagli agronomi romani.
L’insediamento sul monte Irsi fu distrutto agli inizi del I sec. a.C. Le stalle furono abbandonate e la ceramica prodotta in seguito indica un riutilizzo limitato del sito tra la metà del II sec. a.C. e la metà del I sec. a.C.
Un riferimento circa l’insediamento medioevale di monte Irsi, risale al 988, quando viene distrutto dai saraceni insieme a Montepeloso. Durante un’operazione di dissodamento della zona furono trovate monete di epoca anteriore risalenti alla prima metà dell’800 e alla prima metà del 900, ma il ritrovamento non prova che la zona in questo periodo fosse abitata dai Bizantini, in quanto le monete potrebbero aver costituito il bottino dei saraceni passati per questo luogo.
La bolla di Callisto II del 1123 annovera tra i possedimenti dell’episcopato montepelosino un castrum Ursum, donato ai monaci della Chaise-Dieu di Juso nel 1133 dal normanno Ruggero II.
Le prime informazioni sulle caratteristiche dell’impianto urbanistico si hanno nel periodo angioino, quando sul monte era presente un casale abbastanza popolato.
Le vicende del casale e del monastero di Irsi non furono diverse da quelle di Montepeloso: distrutti da Ruggero II, passarono poi sotto il controllo della Chaise-Dieu di Juso e furono definitivamente abbandonati nel 1370, dopo il saccheggio ad opera dei montepelosini.
Le recenti ricognizioni, i rilievi fotografici e l’elaborazione di immagini multispettrali ad alta risoluzione del satellite QuickBird, hanno mostrato la presenza di emergenze di carattere archeologico, quali cinta muraria, murature e lastricati sepolti per 690 m, su un’area di 2,40 ha circa, collocati nell’area settentrionale e centrale della collina, dov’era dislocato il casale.
L’attuale chiesa, frutto della ricostruzione cinquecentesca, è ad unica navata con abside terminale. Nel Settecento, poi, la navata venne ridotta e invertito l’ordine liturgico della chiesa.
Lo sapevate che…
Il Monte d’Irsi è stato scelto nel XIX sec. come rifugio dei briganti.
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