Le chiese minori e le chiese extra moenia

Segnale incancellabile della fede cristiana ad Irsina

Passeggiando per i suggestivi vicoli e le amene piazzette del borgo antico, all’improvviso, tra una casa e l’altra compare la semplice bianca facciata di una chiesetta. Sant’Andrea, Santa Lucia, il Purgatorio, San Nicola de Morgitiis, San Nicola dei poveri, San Rocco, l’Annunziata, l’Addolorata, sono le cappelle che la devozione popolare ha voluto erigere a fianco delle case, quasi numi tutelari della quotidiana fatica e custodi di sogni e di speranze.
Esse sono il segnale incancellabile del ruolo della Chiesa nei secoli, ma anche la testimonianza della fede e della profonda attenzione verso la religione del popolo montepelosino che curava la pulizia e il decoro di questi luoghi santi.
Fuori del centro storico, lungo la via principale, si incontra la rinascimentale Chiesa di Sant’Agostino con l’annesso convento, mentre dal belvedere si distinguono nel verde della campagna la chiesa della Pietà e quella arroccata sul monte di Irsi.

Chiesa di Irsi
La Chiesa di Santa Maria d’Irsi fu ricostruita nel 1756 con il contributo degli abitanti di Montepeloso, come si legge nell’iscrizione sul portale che recita “Ex devocione civium A.D.1756”. A valle di Monte Irsi negli anni ’50 del secolo scorso venne costruito l’attuale villaggio di Santa Maria d’Irsi dove si trova il Santuario della Madonna d’Irsi o Maria SS. della Divina Provvidenza.

Cappella dell’Addolorata
La cappella in onore della Santa Vergine, ubicata a ridosso della chiesa Cattedrale, fu eretta nel 1700, durante il vescovato di monsignor Potenza (1718/1738), per volontà del Canonico S. B. Trabace. Era la sede della congrega dell’Addolorata, composta da dieci sacerdoti e sedici nobili laici.
Elemento importante è il trittico ligneo del 1700 raffigurante la Madonna, San Michele e San Giovanni Battista che fino al 1945 sovrastava un altare in marmi policromi trasferito nella chiesa di San Francesco, dove è tuttora. Sulle pareti laterali, in due nicchie posizionate in prossimità del trittico, vi sono le statue lignee raffiguranti San Pietro e San Pasquale Baylon; nella parte inferiore della parete sinistra, in posizione più distanziata rispetto alla nicchia, interessanti epigrafi, una delle quali, datata, in italiano descrive un lascito per la dote delle fanciulle povere del paese. Sulla parete di destra un epitaffio in latino.

Chiesa di San Nicola de Morgitiis
Situata nella parte Meridionale del borgo antico, la chiesa dedicata a San Nicola di Bari era di proprietà della famiglia De Morgitiis ed inglobata nella struttura del loro palazzo. La cappella passò poi alla famiglia Abbate.
La facciata principale è costituita da un’unica fascia verticale rettangolare sormontata da un timpano triangolare con cornicione. Il sisma del 1980 ha alterato lo stato di conservazione, tanto da rendere inagibile la struttura.

Santuario della Madonna della Pietà
Situato fuori le mura nella contrada Peschiera, il santuario è stato eretto nel tardo Cinquecento, probabilmente commissionato da cultori dell’arte romana, come si evince dai richiami michelangioleschi della sua struttura.
La pianta, come la maggior parte della piccole chiesette, è centrale e allungata.
Il primo documento che certifica l’esistenza della chiesa è una veduta prospettica contenuta nel testo Regno di Napoli in prospettiva del 1703 a cura di G. B. Pacichelli.
Il sisma del 1980 ha aggravato la situazione di degrado provocando delle lesioni sui lati e sulla facciata, ma un recente restauro ha permesso il recupero della struttura.

Chiesa di San Rocco
I diversi restauri subiti dalla piccola cappella di San Rocco, purtroppo, non permettono di fare un’ipotesi sulla data di costruzione della stessa.
La chiesa ha per gli irsinesi un valore sociale e di devozione perché legata alla festività di San Rocco che si tiene a metà Agosto.

Chiesa della Madonna del Carmine (o del Purgatorio)
La chiesa, eretta su un locale preesistente sotto il vescovo Orsini tra il 1738 ed il 1755, si affaccia su via Roma.
Il prospetto ben conservato, arretrato e rialzato rispetto alla strada, è costituito da un’unica fascia verticale sormontata da un timpano triangolare di impostazione barocca.
Pregevoli sono l’abside intagliato e l’altare in marmo con un altorilievo che raffigura la Madonna del Carmine che redime le anime dal Purgatorio. Si conservano, inoltre, due dipinti di Andrea Miglionico rappresentanti “San Michele e Angeli” e la “Madonna del Carmine” del secolo XVIII, e quattro tele, una di Francesco Polino che ritrae “S. Pasquale Baylon”, una seconda con “San Giovanni Battista” del secolo XVIII, un’altra raffigurante le “Nozze di Cana”, di un allievo del Caravaggio, ed, in ultimo, una ritraente la “Pietà” di un allievo di Jacopo Palma. Inoltre acquamanili di un marmoraro locale.

Chiesa di Sant’Andrea
Il primo documento ufficiale in cui compare la chiesa di S. Andrea è una bolla del 1592 del Vescovo Dragomanno con la quale vengono istituite quattro nuove parrocchie e precisamente: S. Nicola dei Poveri (oggi trasformata in abitazione), S. Andrea, SS. Salvatore e S. Nicola de Morgitiis.
La cappella si presenta ad unica navata, la parete di fondo presenta una nicchia centrale e due aperture laterali che immettono nella piccola sacrestia.
La facciata è chiusa da una finestra campanaria e presenta un fregio nella parte terminale su cui è posta l’iscrizione “IN HONOREM S. ANDREA APOLI E C.F. (P?) ASC(A)NIUS ABBATI A.S. MDCLXV”; ciò testimonia che nel 1665 la chiesa è stata ristrutturata.
Parzialmente distrutta dal terremoto del 1980, è in attesa di restauro.

Chiesa di S. Salvatore (o di Santa Lucia)
Situata nell’omonima piazza, un tempo centro politico ed amministrativo della città, la cappella di S. Salvatore appartiene alle quattro chiese istituite nel 1592 ed era sede della congrega dei nobili.
Ha una pianta ad unica navata. Nonostante nel corso dei secoli abbia subito diversi interventi conservativi, il portale rivela la sua origine rinascimentale.
Oggi la struttura è in buono stato perché recentemente restaurata ed aperta al culto di Santa Lucia.

Chiesa dell’Annunziata
Dedicata in origine a San Basile e alla Madonna della Neve, la chiesetta dell’Annunziata fu fondata nel 1424 dal benefattore M. Del Giudice-Vitale che fondò anche un ospizio ancora visibile di fronte alla stessa chiesa. Dal 1714 ospitò la Congrega dei massari e foresi (contadini), ma, estintasi quest’ultima, la cappella fu chiusa al culto.

Chiesa e convento di Sant’Agostino
La fondazione della chiesa, ad unica navata e con soffitto a capriata, inizialmente dedicata a San Vito, risale alla metà del secolo XVI. Il convento degli Agostiniani annesso alla chiesa, fondato nel 1570, si sviluppa intorno al chiostro quadrangolare sul quale si affiacciano gli ambienti un tempo adibiti a mensa, botteghe e celle.
Nella chiesa è conservato il dipinto raffigurante le Nozze di Cana di Andrea Miglionico realizzato nel primo decennio del Settecento.