Dai documenti la certezza di appartenere alla storia millenaria di un territorio

Irsina, a ragione, può essere considerata “La cittadella degli Archivi” poiché custodisce documenti di diversa tipologia che negli ultimi anni sono stati portati alla luce, riordinati e messi a disposizione di quanti vogliano per studio, per ricerca o per semplice curiosità e diletto scoprire aspetti inediti di una storia millenaria. L’antica Curia vescovile conserva oltre 5000 documenti cartacei e 73 pergamene di significativa valenza storico culturale, un complesso di atti che documenta la storia civile e religiosa di una comunità a partire dal 1233 sino ai giorni nostri. Gli ultimi feudatari di Irsina, i conti Nugent, protagonisti della storia locale di fine secolo XVIII, hanno lasciato, a testimonianza inequivocabile della loro presenza aristocratica sul territorio, oltre all’antico palazzo anche una parte delle loro interessantissime carte. L’Archivio privato d’Amato Cantorio, custodito in ottimo stato dai proprietari, raccoglie documenti ottocenteschi che si riferiscono alla gestione e conduzione di attività agricole e zootecniche a cui era dedita la famiglia sin dalla fine del ‘700. L’Archivio privato della famiglia Ianora, raccoglie, tra gli altri, i documenti appartenuti all’illustre autore della più importante monografia storica pubblicata su Irsina.

Ancora conservati in antichi armadi lignei contrassegnati da lettere dell’alfabeto, i documenti cartacei dell’Archivio storico diocesano d’Irsina, riordinati e dettagliatamente inventariati, costituiscono testimonianze tangibili delle grandi potenzialità di analisi e di ricerca insite nelle fonti ecclesiastiche. Articolato in diversi fondi documentali, l’Archivio racchiude gli atti di interesse spirituale e temporale della Curia relativi alla costituzione ed alla vita della diocesi irsinese; i documenti del Capitolo della Cattedrale relativi al culto nella Cattedrale; quelli della Mensa vescovile deputata all’amministrazione dei beni e dei redditi spettanti al vescovo e, pertanto, destinati al suo mantenimento; dei monasteri di Santa Chiara, San Francesco e Sant’Agostino e delle Confraternite religiose. Un ingente giacimento archivistico, che annovera documenti cartacei risalenti al XV secolo, ripartito nelle serie delle visite pastorali, degli atti dei vescovi, delle ordinazioni sacerdotali, dei processetti matrimoniali, degli atti civili e criminali del tribunale ecclesiastico, delle deliberazioni e costituzioni capitolari, dei documenti di contabilità e dei registri di battesimo, cresima, matrimonio e morte a far data dal 1608 provenienti dalle antiche parrocchie irsinesi. Nella sezione diplomatica sono confluiti i documenti in pergamena attestanti negozi giuridici di diversa natura.
L’Archivio privato della famiglia Riario Sforza Nugent, casualmente rinvenuto nella Curia diocesana e dichiarato dalla Soprintendenza Archivistica per la Basilicata di notevole interesse storico nell’anno 2000, offre un’ulteriore chiave di lettura della vita cittadina e degli ultimi “signori di Irsina”. Acquistato nel 1664 per 70.000 ducati da Girolamo Riario, Marchese di Corleto, il feudo di Montepeloso giunge, attraverso diversi passaggi ereditari, nel 1863 nelle mani del Conte Laval Nugent per poi essere trasmesso all’ultima discendente della famiglia: la Contessina Margherita, nata nel 1881 e morta a Trieste nel 1954, che vide il suo ingente patrimonio fondiario diviso in quote e distribuito ai contadini irsinesi. L’Archivio Nugent comprende documenti in originale relativi ad un arco temporale che va dal 1819 al 1967, ma raccoglie atti più antichi in copia risalenti alla fine del XVIII secolo. Si conservano: registri di contabilità di generi e danaro, bilanci, contratti, corrispondenza, cause civili, piante, progetti relativi a miglioramenti fondiari, inventari delle carte, dei titoli e dei documenti esistenti nel palazzo del conte nonché delle masserizie, delle suppellettili e degli attrezzi da lavoro conservati in stalle, scuderie, magazzini e cantine.
L’Archivio privato d’Amato Cantorio, dichiarato di notevole interesse storico nel 2003 e riordinato ed inventariato nel 2005, è costituito da scritture e testimonianze diverse appartenenti ad una importante famiglia lucana dedita, nei propri possedimenti, ad una laboriosa attività agricola e zootecnica. I documenti che ne fanno parte consentono di scoprire non solo momenti della vita privata dei componenti della famiglia ma di conoscere le modalità con cui nei secoli passati si coltivavano le terre, si producevano e vendevano i raccolti, si gestivano le masserie e si stabilivano rapporti di lavoro con contadini ed operai. Oltre all’interessante documentazione amministrativo contabile si apprezzano le numerosissime lettere che attestano un’intensa rete di relazioni e rapporti intessuta dai d’Amato Cantorio con autorevoli esponenti del mondo politico e culturale tra ‘800 e ‘900 sia a livello regionale che nazionale.
L’Archivio familiare Janora raccoglie le interessantissime carte di Michele Janora (1867 – 1910), illustre storico, ricercatore ed archeologo irsinese. Della sua vita, dei suoi interessi, dei suoi lavori a stampa ben poco si sapeva tranne che si era totalmente dedicato all’insegnamento e allo studio di molteplici fonti documentarie, peraltro rinvenute in copia ed in originale nel suo archivio, secondo un’impostazione scientifica criticamente aperta al confronto culturale e metodologico con grandi personalità del mondo accademico.
L’Archivio Ianora, riordinato ed inventariato nell’anno 2007, comprende documenti in copia ed in originale provenienti da diversi Archivi sia pubblici che privati, note e documenti personali, trascrizioni di pergamene, protocolli notarili, testamenti, corrispondenza con autorevoli studiosi, carte inedite relative alla storia di Montepeloso, manoscritti delle monografie pubblicate dallo storico tra il 1890 ed il 1905.

Notizie tratte da:
A. Bozza, M. Golia, Inventario dell’Archivio storico diocesano di Montepeloso (Irsina), Soprintendenza archivistica per la Basilicata, Anno 2001.
A. Bozza, Inventario dell’Archivio privato Riario Sforza Nugent, Soprintendenza archivistica per la Basilicata, Anno 2002.
A. Bozza, Inventario dell’Archivio privato d’Amato Cantorio, Soprintendenza archivistica per la Basilicata, Anno 2005.
A. Bozza, Inventario dell’Archivio privato Janora, Soprintendenza archivistica per la Basilicata, Anno 2007.